Note a proposito
di una preghiera attribuita a Mar Filosseno di Mabbug.
Nel Shebitho, che
è un libro che contiene una raccolta di preghiere delle Chiese Siriache, e che
ho recentemente tradotto in italiano (cf., Manuel
Nin, Shebitho. Preghiere
della Chiesa Siriaca, Centro Ambrosiano, Milano 2019), troviamo diverse preghiere
attribuite a Filosseno di Mabbug, un vescovo siriaco del VI secolo. Sono delle
preghiere lunghe, indirizzate sempre a Cristo.
Mi soffermo
un attimo in un frammento di una di queste lunghe preghiere che troviamo nella
raccolta per la preghiera dell’ora di mezzogiorno.
Nel primo
paragrafo, notate la fiducia dell’orante verso il Signore che è misericordioso
e fonte di perdono. L’autore usa ripetere con dei sinonimi le sue richieste: a te io supplico e da te io chiedo…
Nel secondo paragrafo troviamo un tema
che si ripete spesso nelle formule di preghiera nella tradizione siriaca: la
preghiera vista come un bussare alla porta della misericordia del Signore: …io
che busso alla porta della tua misericordia… Il dono che viene dal Signore
nella preghiera è sempre la sua grazia e la sua forza: …la tua grazia,
Signore, venga in mio aiuto e mi rafforzi
e mi assista…
Nel terzo paragrafo voglio notare l’espressione
“pregare una preghiera pura”, cioè una preghiera che nasce da un cuore puro. La
tradizione siriaca spesso parlerà della purezza di cuore con due termini che
sono in qualche modo sinonimi: “purezza” e “limpidezza”, visti i due termini
come un progredire nel configurarsi dell’uomo con Cristo. Ancora sottolineo l’espressione
che segue: “pregare una preghiera pura… che prema la tua misericordia”.
Il termine “prema” indica lo spingere a far qualcosa, quasi un provocare ad
agire.
Infine nel paragrafo 4, l’espressione “Rendimi
degno di una preghiera robusta”. Il termine robusta è sinonimo di “forte”, “costante”,
ed è la stessa parola che nel Trisagio troviamo come seconda acclamazione: “Santo
Forte”. Questa preghiera robusta, forte, infine è quella che configura il cristiano
con Cristo nel mistero della sua croce.
1.A te che sei Dio vero e Signore
delle sante potenze,
a
te quindi che sei misericordioso e che perdoni,
compassionevole
e pieno di amore,
a
te io supplico e da te io chiedo
che
la tua misericordia abbondi sulla mia debolezza,
e
mi perdoni i miei debiti con la tua compassione.
ܠܟ ܕܐܝܬܝܟ ܐܠܗܐ ܫܪܝܪܐ ܘܡܪܝܐ
ܕܚܝܠܘܬܐ
ܠܟ ܗܟܝܠ ܗܘ ܕܐܝܬܝܟ ܚܝܘܣܬܢܐ ܘܫܒܘܩܐ
ܡܪܚܡܢܐ ܘ ܡܠܐ ܚܘܒܐ.
ܠܟ ܡܬܟܫܦ ܐܢܐ ܘܡܢܟ ܒܥܐ ܐܢܐ
ܕܬܫܦܥ ܪܚܡܝܟ ܥܠ ܡܚܝܠܘܬܝ
ܘܬܚܣܐ ܠܝ ܚܘܒܝ ܒܚܢܢܟ.
2.Ascoltami, Signore, io che busso
alla
porta della tua misericordia,
e
manda su di me la tua redenzione
ed
essa mi liberi dai miei peccati.
Rispondimi
Signore perché a te io supplico,
e
non mi allontanare da te
quando
sono nella confusione.
La
tua grazia, Signore, venga in mio aiuto,
e
mi rafforzi e mi assista.
ܫܡܥܝܢܝ ܡܪܝ ܕܢܩܫ ܐܢܐ
ܒܬܪܥܐ ܕܪܚܡܝܟ
ܘܫܕܪ ܠܝ ܦܘܪܩܢܝܟ
ܐܫܬܘܙܒ ܡܢ ܚܛܗܝ
ܥܢܝܢܝ ܡܪܝܐ ܕܡܬܟܫܦ ܐܢܐ ܠܟ
ܘܠܐ ܐܗܦܘܟ ܡܢ ܠܘܬܟ
ܒܕܒܗܝܬ ܐܢܐ
ܛܝܒܘܬܟ ܡܪܝ ܬܐܬܐ ܠܐܝܠܝ
ܘܬܚܝܠܢܝ ܘܬܥܕܪܢܝ
3.Insegnami a pregare una preghiera pura alla
tua presenza
che
prema la tua misericordia
a
essere mandata sulla mia debolezza.
Dissipa,
Signore, la caligine dei peccati
che
copre la conoscenza della mia anima,
e
custodisci per te il mio spirito
nella
purezza senza macchia,
come
tu lo creasti in me
nella
prima bellezza della sua natura,
tutto
il tempo della mia vita.
ܐܠܦܝܢܝ ܡܪܝ ܠܡܨܠܝܘ ܩܕܡܝܟ ܨܠܘܬܐ ܕܟܝܐ
ܗܝ ܕܥܨܝܐ ܠܪܚܡܝܟ
ܕܢܫܬܕܪܘܢ ܠܡܚܝܠܘܬܝ
ܩܦܘܠ ܡܪܝ ܠܥܪܦܠܐ ܕܚܛܗܐ
ܕܦܪܝܣܐ ܥܠ ܝܕܥܬܗ ܕܢܦܫܝ
ܘܢܛܪܝܗ ܠܟ ܠܪܘܚܝ
ܕܟܝܐܝܬ ܕܠܐ ܡܘܡܐ
ܐܝܟ ܕܒܪܝܬܗ ܒܝ
ܒܫܘܦܪܐ ܩܕܡܝܐ ܕܟܝܢܗ
ܟܠܗ ܙܒܢܐܕܚܝܝ.
4.Rendimi degno, Signore, di una
preghiera robusta,
quella
che supera i principati
e
le potenze e le signorie
e
le potestà e le schiere celesti,
in
cui io possa fruire e desiderare
le
sofferenze della tua croce,
Cristo,
mio Redentore.
ܐܫܘܢܝ ܡܪܝ ܠܨܠܘܬܐ ܚܝܠܬܢܝܬܐ
ܗܝ ܕܦܣܥܐ ܠܥܠ ܡܢ ܐܪܟܐܤ
ܘܫܘܠܛܢܐ ܘܡܪܘܬܐ
ܘܚܝܠܘܬܐ ܕܪܘܡܐ ܥܠܝܐ
ܕܒܗ ܐܬܒܣܡ ܘܐܬܪܓܪܓ
ܠܚܫܘܗܝ ܕܙܩܝܦܟ
ܡܫܝܚܐ ܦܪܘܩܝ
+P. Manuel Nin
Esarca Apostolico
Atene
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