sabato 21 dicembre 2019



Nella preparazione al Natale.
Tropario “prefestivo” del 22 dicembre.

Preparati, Betlemme, l’Eden viene aperto a tutti; esulta, Efrata, perché l’Albero della vita, nella grotta, fiorisce dalla Vergine. Paradiso spirituale si è mostrato il suo seno, nel quale (si trova) il frutto divino, di cui, mangiandone, vivremo e non moriremo come Adamo. Cristo è nato per rialzare -risuscitare- l’immagine caduta (dell’uo­mo).

τοιμζου Βηθλεμ, νοικται πσιν δμ, Ετρεπζου φραθ, τι τ ξλον τς ζως, ν τ Σπηλαίῳ ξνθησεν κ τς Παρθνου·Παρδεισος κα γρ, κενης γαστρ, δεχθη νοητς, ν τ θεον φυτν, ξ ο φαγντες ζσομεν, οχ δ ς δμ τεθνηξμεθα, Χριστς γεννται, τν πρν πεσοσαν, ναστσων εκνα.

Il tropario ha tre parti ben chiare:
Una prima parte in cui troviamo il riferimento -l’esortazione- a Betlemme ed Efrata: Preparati, Betlemme, l’Eden viene aperto a tutti; esulta, Efrata, perché l’Albero della vita, nella grotta, fiorisce dalla Vergine.
Una seconda parte col paragone tra il Paradiso e Maria: Paradiso spirituale si è mostrato il suo seno, nel quale (si trova) il frutto divino, di cui, mangiandone, vivremo e non moriremo come Adamo.
Una terza parte con una conclusione cristologica: Cristo è nato per rialzare -risuscitare- l’immagine caduta (dell’uo­mo).

La prima parte: Preparati, Betlemme, l’Eden viene aperto a tutti; esulta, Efrata, perché l’Albero della vita, nella grotta, fiorisce dalla Vergine…, contiene in primo luogo tutta una parafrasi del testo del profeta Michea 5,1: E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere tra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore di Giuda... Ogni tropario, alla base, ha uno o diversi testi biblici su cui si sviluppa; in questo caso l’esortazione destinata a Betlemme prende spunto dal testo di Michea. Notiamo che nei testi liturgici e soprattutto nell’iconografia cristiana Betlemme è sempre tipo, immagine della Chiesa nascente -Gerusalemme lo sarà della Chiesa perfetta, escatologica, cioè della Chiesa che riceve lo Spirito, la Chiesa che troviamo nell’Apocalisse.
Il tropario fa un paragone tra il giardino dell’Eden, contenente l’albero della vita, che era stato chiuso e custodito dai cherubini: ...e (Dio) pose ad oriente del giardino dell’Eden i cherubini e la spada della fiamma folgorante, per custodire il cammino dell’al­bero della vita (Gen 3,24), e la Vergine che vede fiorire l’Albero della Vita, cioè Cristo, il Verbo di Dio. Notiamo ancora che il testo sottolinea che l’Albero della Vita fiorisce nella grotta, cioè nascosto, nel mistero; l’Albero della Vita apparirà agli uomini, chiaramente e visibilmente, quando lo si vedrà non più nella grotta ma sulla montagna, cioè innalzato in croce nel Calvario dove, come vediamo nell’iconografia, chi rimane nella grotta, nel buio, sotto la croce è il teschio del vecchio Adamo.
Nel Nuovo Testamento alcune teofanie sono presentate nel mistero -la nascita di Gesù, il Verbo di Dio, il suo battesimo nel Giordano- e ricordiamo che anche l’iconografia di queste teofanie le presenta nella grotta, nel buio del fiume Giordano, nell’abis­so dell’Ade; mentre le altre sono presentate in modo chiaro, all’aperto, sulla montagna: la sua Trasfigurazio­ne, la sua crocifissione, la sua Ascensione. Cerchiamo anche di leggere le feste liturgiche bizantine in parallelo tra i testi biblici, liturgici e l’iconografia di ogni festa. Questa è la prima parte del tropario: Preparati, Betlemme, l’Eden viene aperto a tutti; esulta, Efrata, perché l’Albero della vita, nella grotta, fiorisce dalla Vergine.

La seconda parte del tropario: Paradiso spirituale si è mostrato il suo seno, nel quale (si trova) il frutto divino, di cui, mangiandone, vivremo e non moriremo come Adamo, sviluppa il paragone tra il Paradiso e il grembo di Maria. Ancora un testo biblico c’è alla base, Gen 2,8: Il Signore Dio fecce germoglia­re dal suolo (del giardino) ogni sorta di alberi... tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino...; e poi ancora Gen 2,8: Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti…”. Mentre l’albero del Paradiso è diventato sorgente di morte per Adamo, dal seno di Maria invece germoglia il Frutto della Vita per coloro che ne mangiano; ...io sono il Pane della Vita... dice Gesù a Gv 6,35. Qui vorrei attirate l’atten­zione sulla presenza di Maria, la Madre di Dio, nella celebrazio­ne della Divina Liturgia, presenza molto particolare, dalla particel­la di pane messa “alla destra dell’Agnello” sul disco; poi alla conclusione delle diverse intercessioni; e ancora alla prima delle commemorazioni dopo l’epiclesi. Maria è presentata e nominata sempre come Theotokos, come Madre di Dio, cioè legata direttamente e inseparabilmente al mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio: ne è lo strumento e ne è pure il principale testimone umano -nell’icona di Natale Maria guarda il Neonato-, ed è in questo senso che Ella è presente nella celebrazione della Divina Liturgia, cioè un posto che le viene dalla sua divina maternità. La Madre di Dio viene commemorata in modo speciale subito dopo l’epiclesi, cioè a sottolineare che lo stesso Spirito Santo che nel suo grembo ha fatto divenire carne il Verbo di Dio, adesso ha fatto divenire il pane ed il vino il Corpo ed il Sangue di Cristo.

La terza parte de tropario: Cristo è nato per rialzare l’imma­gine caduta (dell’uo­mo), contiene una chiara conclusione cristologi­ca. Ancora dei testi biblici da sottolineare: L’uomo fatto a immagine di Dio -Gen 1,26- viene riportato a l’immagine persa a causa del peccato, cf., Col 3,10; l’uomo, Adamo, fatto a immagine e somiglian­za di Dio verrà rialzato -risuscitato- da Cristo stesso nella sua Pasqua; quindi il tropario collega la nascita di Cristo e la sua Pasqua: Cristo è nato per rialzare -risuscitare- l’imma­gine caduta (dell’uo­mo).

Ho cercato di sviscerare un testo liturgico per cercare di vedere, scoprire, un po lo sfondo, cioè per riscoprire un fatto fondamentale, cioè:

-Un testo liturgico è il frutto di una lectio -una lettura- della Parola di Dio; forse non si dovrebbe mai parlare di testi biblici e testi non biblici nella liturgia. La preghiera di ogni Chiesa cristiana è il frutto della sua lectio e della sua esegesi della Parola di Dio.

-Un testo liturgico è il frutto di una lectio della fede della Chiesa. Il testo liturgico -la liturgia- vive e celebra quello che la Chiesa crede. Quindi la liturgia non è mai devozionale -guai se lo diventa- ma teologica.

-Un testo liturgico è il frutto di una lectio della fede di ogni cristiano, di ognuno di noi. La liturgia diventa fonte di preghiera per ogni cristiano.







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