Circoncisione di Cristo. G. Dimov, Sofia, XX sec.
Santi Basilio Magno e Gregorio Magno.
R. Kopsidis, Atene, XX sec.
1°
gennaio: Circoncisione nella carne del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù
Cristo, e memoria del nostro santo padre Basilio Magno.
…sacra
ape della Chiesa di Cristo…
La tradizione
liturgica bizantina il giorno 1° gennaio celebra la Circoncisione nella carne
del Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo, e lo stesso giorno celebra anche la
memoria di San Basilio Magno, arcivescovo di Cesarea di Cappadocia, morto nell’anno
379.
La celebrazione
della circoncisione del Signore, come vedremo nei testi della liturgia, ricorda
l’adempimento della prescrizione legale della circoncisione nel bambino
neonato, ma è soprattutto una celebrazione chiaramente presentata e vissuta in
chiave cristologica: il Signore Gesù, Verbo eterno di Dio fattosi uomo, viene
circonciso nella carne per sottolineare così la sua vera incarnazione e allo
stesso tempo la sua kenosi, il suo farsi piccolo, il suo farsi uno di noi e
come noi. I tropari di questo giorno si alternano nelle diverse ore di
preghiera tra quelli che fanno riferimento alla circoncisione di Cristo e
quelli che si riferiscono a san Basilio Magno.
I testi
liturgici della circoncisione del Signore sono delle vere e proprie professioni
di fede sia nelle due nature, divina e umana, nel Verbo di Dio incarnato, sia
anche nella sua vera incarnazione, vista come un “farsi piccolo, svuotarsi,
lasciarsi avvolgere, fasciare…”: “Il Salvatore, discendendo presso il genere umano,
accettò di essere avvolto in fasce; non ebbe orrore della circoncisione della carne,
colui che, quanto alla Madre, era nato da otto giorni, e quanto al Padre era
senza principio...”. Diversi dei tropari della festa riprenderanno il tema
della doppia nascita del Verbo incarnato, dal Padre mettendo così in rilievo
sua la natura divina, e dalla Madre sottolineando appunto la sua natura umana. Altri
testi liturgici del periodo di Natale ed Epifania riprenderanno ancora questo
tema, cioè Cristo “…nato dal Padre senza madre, e dalla Madre senza padre…”,
espressione che ritroveremo il giorno 6 gennaio, ed anche altre espressioni
simili. Ancora altri tropari si servono di un parallelo quasi contrastante tra la
grandezza soprannaturale dell’incarnazione virginale del Verbo nella Madre di
Dio, e la realtà “legale” della sua circoncisione nella carne: “Oltrepassando i limiti di
tutta la natura umana, Cristo è soprannaturalmente partorito dalla Vergine, e,
come la lettera della Legge comanda, è circonciso nella carne, e mostra di
essere colui che dà compimento alla Legge”.
Per quanto riguarda la figura di san
Basilio Magno, i testi della liturgia ne mettono in rilievo diversi aspetti. In
primo luogo, il quasi parallelo semantico tra il nome di “Basilio” e quello di “re/regno/regale”:
“Tu, il cui nome significa
‘regno’, quando cominciasti a pascere con filosofia e scienza, o padre, il sacerdozio
regale, il popolo santo di Cristo, allora, o Basilio, ti ornò del diadema del
regno il Re dei re e Signore di tutti, colui che noi conosciamo eterno Figlio
del Padre e come lui senza principio… (e riprendo qua il testo greco del tropario nella sua
bellezza, sempre difficile di rendere nella traduzione: “Ὁ ἐπωνύμως
κληθεὶς τῆς
βασιλείας, ὅτε τὸ
βασίλειον σὺ Ἱεράτευμα,
τό του Χριστοῦ ἔθνος ἅγιον,
φιλοσοφίᾳ, καὶ ἐπιστήμη
Πάτερ ἐποίμανας, τότε διαδήματι, σὲ
κατεκόσμησε, τῆς βασιλείας Βασίλειε,
βασιλευόντων, ὁ βασιλεύων καὶ πάντων
Κύριος, ὁ τῷ τεκόντι
συννοούμενος ἀϊδίως Υἱὸς καὶ
συνάναρχος…)”. Basilio è
presentato come vescovo e padre/teologo di retta fede, in riferimento a quella
ortodossia che prenderà forma definitiva dalla teologia del nostro santo cappadoce
nella seconda metà del IV secolo e che vediamo ripresa in questo testo, quasi riassumendo
la teologia dei concili ecumenici di Nicea (325) e Costantinopoli (381): “Risplendente nei paramenti
pontificali, con gioia hai annunziato il vangelo del regno, o Basilio,
riversando sulla Chiesa insegnamenti di retta fede: da essi illuminati, noi
proclamiamo ora l’unica Divinità nel Padre onnipotente, nell’Unigenito Verbo di
Dio e nel divino Spirito, e la glorifichiamo indivisa, in tre Persone;
supplicala di salvare e illuminare le anime nostre”. In un altro
dei tropari vediamo applicata a Basilio l’immagine dell’ape che ha in mano sia
il pungiglione che trafigge, sia la dolcezza del miele del suo insegnamento: “O divina e sacra
ape della Chiesa di Cristo, Basilio beatissimo! Tu, infatti, armato del pungiglione del
divino amore, hai trafitto le bestemmie delle eresie odiose a Dio, e hai
accumulato nelle anime dei fedeli la dolcezza della pietà. Percorrendo ora i
prati divini del pascolo immacolato, ricordati anche di noi, poiché stai
presso la Trinità consustanziale”.
Concludo con i due tropari (apolytikia)
della festa, quello di Basilio e quello della circoncisione che riassumono con
delle belle immagini poetiche e teologiche la celebrazione odierna: “Per tutta
la terra è uscita la tua voce, poiché essa ha accolto la tua parola con la
quale hai definito divine dottrine, hai illustrato la natura degli esseri, hai
ordinato i costumi degli uomini. Regale sacerdozio, padre santo, prega il
Cristo Dio perché ci doni la grande misericordia”. “Senza
mutamento hai assunto forma umana, essendo Dio per essenza, o pietosissimo
Signore. E, adempiendo la Legge, volontariamente ricevi la circoncisione della
carne, per far cessare le ombre e togliere il velo delle nostre passioni.
Gloria alla tua bontà; gloria alla tua amorosa compassione; gloria, o Verbo,
alla tua inesprimibile condiscendenza”.
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