Liturgia e professione di fede
A proposito di alcuni tropari della
tradizione bizantina.
Dopo aver celebrato il vespro dell’Epifania
nella bellissima cattedrale della Santissima Trinità di Atene, che è la cattedrale
del nostro Esarcato Apostolico per i cattolici di tradizione bizantina in
Grecia, pensavo a quella “offerta vespertina…, offerta serale…”, che ogni
giorno il salmo 140 mette nelle nostre bocche e nei nostri cuori. La preghiera della
Chiesa, quotidiana, fedele, che sale alla presenza del Signore, nasce e sgorga certamente
dai versetti dei salmi, delle volte di lode altre di angoscia, di meraviglia sicuramente
e forse anche di rimprovero, di meditazione sapienziale e di pentimento
sincero. La preghiera serale che sale alla presenza del Signore simboleggiata
anche dall’offerta dell’incenso che certamente sale ad incontrare lo sguardo
del Pantocratore nella cupola, quasi ad invocare il Signore che “guarda dal
cielo e costantemente visita la sua vigna, da lui piantata ed amata…”, lo
sguardo fedele di Colui che oggi celebriamo disceso al Giordano. L’offerta
serale dell’incenso che soprattutto ci fa gustare il profumo di Colui che con
noi cammina ogni giorno della nostra vita cristiana.
Guardando la bellezza sobria e magnifica
allo stesso tempo di quelle mura della mia cattedrale, pensavo che la preghiera
serale sale anche alla presenza del Signore attraverso quei testi liturgici,
quei tropari che la tradizione bizantina ci dà ogni giorno. Testi che sono
delle vere e proprie professioni di fede, confessioni del mistero di quel Dio
nostro che è Padre e Figlio e Spirito Santo. Del Verbo eterno di Dio che per
noi uomini e per la nostra salvezza si è fatto uno di noi. Dello Spirito Santo,
mandato dal Padre attraverso il Figlio, che ogni giorno ci santifica, ci
fortifica, ci fa figli e fratelli nella vita della Chiesa.
Questa preghiera vespertina, questa sera
dell’Epifania, l’ho vista manifestata, in modo molto evidente, attraverso
alcuni dei tropari del vespro, che vi condivido senza commento aggiuntivo,
invitandovi semplicemente a leggerli, a rileggerli, a pregarli, a fargli
vostri. Scoprite in questi testi spirituali e poetici allo stesso tempo quello
che ci fa cristiani, la fede che ci configura come discepoli di Colui che oggi
scende al Giordano per essere battezzato da Giovanni.
Vedendoti venire a lui presso il fiume
Giordano, o Cristo Dio, Giovanni diceva: Perché ti sei accostato al servo, tu
che non hai macchia, Signore? In nome di chi ti battezzerò? Del Padre? Ma tu lo
porti in te stesso. Del Figlio? Ma sei tu stesso il Figlio incarnato. Dello
Spirito Santo? Ma sei tu che dalla tua bocca puoi darlo ai credenti. O Dio che
ti sei manifestato, abbi pietà di noi.
Il mare vide e fuggì, il Giordano si volse
indietro.
Ti videro le acque, o Dio, ti videro le
acque ed ebbero timore; poiché alla tua gloria non possono volgere gli occhi i
cherubini, né possono fissarla i serafini, ma tenendosi presso di te con
timore, gli uni sostengono e gli altri glorificano la tua potenza. Insieme a
loro, o compassionevole, noi proclamiamo la tua lode, dicendo: O Dio che ti sei
manifestato, abbi pietà di noi.
Che hai, o mare, che sei fuggito, e tu
Giordano, che ti sei volto indietro?
Oggi il Creatore del cielo e della terra viene
nella carne al Giordano a chiedere il battesimo, lui che è senza peccato, per
purificare il mondo dall’inganno del nemico; è battezzato da un servo il
Sovrano di tutti, e dona al genere umano la purificazione mediante l’acqua. A
lui acclamiamo: O Dio che ti sei manifestato, gloria a te.
Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito
Santo. Ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Vedendo il sole rifulso dalla Vergine chiedere
il battesimo nel Giordano, la lampada risplendente nata dalla sterile con
timore e gioia a lui gridava: Santificami tu, o Sovrano, con la tua divina Epifania.
Esarca
Apostolico
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