domenica 5 gennaio 2025

Battesimo di Cristo / Cattedrale della Santissima Trinità, Atene
 

Liturgia e professione di fede

A proposito di alcuni tropari della tradizione bizantina.

Dopo aver celebrato il vespro dell’Epifania nella bellissima cattedrale della Santissima Trinità di Atene, che è la cattedrale del nostro Esarcato Apostolico per i cattolici di tradizione bizantina in Grecia, pensavo a quella “offerta vespertina…, offerta serale…”, che ogni giorno il salmo 140 mette nelle nostre bocche e nei nostri cuori. La preghiera della Chiesa, quotidiana, fedele, che sale alla presenza del Signore, nasce e sgorga certamente dai versetti dei salmi, delle volte di lode altre di angoscia, di meraviglia sicuramente e forse anche di rimprovero, di meditazione sapienziale e di pentimento sincero. La preghiera serale che sale alla presenza del Signore simboleggiata anche dall’offerta dell’incenso che certamente sale ad incontrare lo sguardo del Pantocratore nella cupola, quasi ad invocare il Signore che “guarda dal cielo e costantemente visita la sua vigna, da lui piantata ed amata…”, lo sguardo fedele di Colui che oggi celebriamo disceso al Giordano. L’offerta serale dell’incenso che soprattutto ci fa gustare il profumo di Colui che con noi cammina ogni giorno della nostra vita cristiana.

Guardando la bellezza sobria e magnifica allo stesso tempo di quelle mura della mia cattedrale, pensavo che la preghiera serale sale anche alla presenza del Signore attraverso quei testi liturgici, quei tropari che la tradizione bizantina ci dà ogni giorno. Testi che sono delle vere e proprie professioni di fede, confessioni del mistero di quel Dio nostro che è Padre e Figlio e Spirito Santo. Del Verbo eterno di Dio che per noi uomini e per la nostra salvezza si è fatto uno di noi. Dello Spirito Santo, mandato dal Padre attraverso il Figlio, che ogni giorno ci santifica, ci fortifica, ci fa figli e fratelli nella vita della Chiesa.

Questa preghiera vespertina, questa sera dell’Epifania, l’ho vista manifestata, in modo molto evidente, attraverso alcuni dei tropari del vespro, che vi condivido senza commento aggiuntivo, invitandovi semplicemente a leggerli, a rileggerli, a pregarli, a fargli vostri. Scoprite in questi testi spirituali e poetici allo stesso tempo quello che ci fa cristiani, la fede che ci configura come discepoli di Colui che oggi scende al Giordano per essere battezzato da Giovanni.

 

Vedendoti venire a lui presso il fiume Giordano, o Cristo Dio, Giovanni diceva: Perché ti sei acco­stato al servo, tu che non hai macchia, Signore? In nome di chi ti battezzerò? Del Padre? Ma tu lo porti in te stesso. Del Figlio? Ma sei tu stesso il Figlio incarnato. Dello Spirito Santo? Ma sei tu che dalla tua bocca puoi darlo ai credenti. O Dio che ti sei manifestato, abbi pietà di noi.

Il mare vide e fuggì, il Giordano si volse indietro.

Ti videro le acque, o Dio, ti videro le acque ed ebbero ti­more; poiché alla tua gloria non possono volgere gli occhi i cherubini, né possono fissarla i serafini, ma tenendosi presso di te con timore, gli uni sostengono e gli altri glo­ri­­ficano la tua potenza. Insieme a loro, o compassionevole, noi proclamiamo la tua lode, dicendo: O Dio che ti sei ma­nifestato, abbi pietà di noi.

Che hai, o mare, che sei fuggito, e tu Giordano, che ti sei volto indietro?

Oggi il Creatore del cielo e della terra viene nella carne al Giordano a chiedere il battesimo, lui che è senza peccato, per purificare il mondo dall’inganno del nemico; è battez­zato da un servo il Sovrano di tutti, e dona al genere umano la purificazione mediante l’acqua. A lui acclamiamo: O Dio che ti sei mani­fe­sta­to, gloria a te.

Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo. Ora e sempre e nei secoli dei secoli.

Vedendo il sole rifulso dalla Vergine chiedere il battesimo nel Giordano, la lampada risplendente nata dalla sterile con timore e gioia a lui gridava: Santificami tu, o Sovrano, con la tua divina Epifania.

 Buona festa dell’Epifania del Signore.

 +P. Manuel Nin

Esarca Apostolico

 


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