Madonna Odigitria
Qualche riflessione post
sinodale.
Prima riflessione.
Nel
tardo pomeriggio di sabato 26 ottobre, finita l’ultima sessione della XVI
Assemblea General del Sinodo dei vescovi, mentre i Padri sinodali uscivamo pian
piano dall’aula Paolo VI, stanchi dopo una giornata di lettura e votazioni del
Documento conclusivo, mi sono imbattuto per caso in una discussione tra alcuni
padri sinodali, discussione nata dal loro stupore che quasi pareva scandalo per
il fatto che l’ultimo paragrafo del testo poco prima votato -paragrafo
piuttosto breve e contenente un affidamento finale alla Madre di Dio- non
avesse avuto diciamo così il plauso generale di tutti gli aventi diritto al
voto. Visto che quei padri -ed anche qualche madre- sinodali e venerabili,
malgrado la stanchezza di una giornata e di un mese molto impegnativi, vedendomi
arrivare vollero coinvolgermi nel loro scambio di vedute assai vivace, allora, pur
senza rivelare il mio voto pocanzi dato a quel paragrafo conclusivo, mi sono
permesso di far notare loro come non soltanto la dicitura del testo in
questione, ma soprattutto il contenuto fosse se non altro discutibile e forse
anche fuorviante e, secondo me, da rivedere. Il testo finale approvato diceva
così: “Alla Vergine Maria, che porta lo splendido titolo di Odigitria,
Colei che indica e guida il cammino, affidiamo…”. E ho detto a quei padri e
madri sinodali, ripeto scioccati e forse turbati dal voto finale non
unanimemente plaudente dato a quel paragrafo da parte di alcuni padri diciamo
-mi si consenta l’espressione!- cristologicamente ben fondati, dissi loro che
la redazione giusta del testo avrebbe dovuto essere: “Alla Vergine Maria,
che porta lo splendido titolo di Odigitria, Colei che indica Colui
che è il cammino, e verso di Lui ci guida, affidiamo…”. La mia
spiegazione parve rasserenare un po’ quei venerabili padri, e finalmente partimmo
verso le nostre residenze romane, loro, spero, più sereni, io ancora un po’ perplesso
appunto del paragrafo in questione.
L’icona della
Madre di Dio con il titolo di “Odigitria” è quella rappresentazione
iconografica in cui la Vergine Maria regge Cristo seduto o poggiato sulle sue
braccia, e lo mostra a chi la guarda, ad indicare che lei ci guida a / verso
Colui che è il cammino, quasi a recitare il testo evangelico di Gv 14,6. Per
noi cristiani, il Signore Gesù è il cammino che dobbiamo seguire per vivere la
nostra fede cristiana; noi non seguiamo un cammino vago che ognuno può
tracciarsi da sé e secondo le proprie possibilità, abitudini e modo di pensare,
ma seguiamo un cammino che per noi è una Persona molto concreta, il Signore
nostro Gesù Cristo.
L’icona della
Madre di Dio Odigitria, che ha presieduto le sedute del Sinodo dei vescovi
lungo tutto il mese di ottobre, ci ha indicato e guidato a Colui con cui
camminiamo, Colui che per noi cristiani è il cammino, la verità e la vita.
Durante quattro settimane lei ha guardato quell’assemblea e ci ha mostrato
Colui che è il cammino, e noi l’abbiamo guardata nella fiducia della sua guida
verso il Signore Gesù Cristo. La Chiesa Cattolica, durante un mese radunata in
Sinodo dei vescovi, nella persona di tantissimi vescovi padri sinodali,
coadiuvati da altre persone, sacerdoti e laici, ha pregato, riflettuto,
condiviso tante opinioni e proposte per la vita della Chiesa. Per questo, nell’icona
della Madre di Dio Odigitria abbiamo visto anche l’icona della Chiesa stessa,
che porta Cristo nel suo grembo, che lo mostra come unico Cammino, e allo
stesso tempo lei, la Chiesa, non cammina, riflette, agisce senza la guida di
Colui che ne è lo Sposo e Maestro.
L’icona della
Madre di Dio Odigitria ci ha ricordato, in una anamnesi quasi celebrativa, che in
quell’aula eravamo la Chiesa Cattolica, estesa da Oriente ad Occidente,
radunata in un sinodo dei vescovi, facendo un cammino con Colui che ne è il
vero ed unico Pastore, Cristo Signore. Sapendosi, la stessa Chiesa anche a modo
suo Odigitria, cioè con la sua parola ed il suo esempio, con la sua
predicazione e la celebrazione della fede, colei che ci mostra e ci guida a Cristo
Signore, vincitore del peccato e della morte.
Arrivando a casa quella
sera di sabato, e celebrando il vespro settimanale della risurrezione, pensavo
se la mia breve spiegazione avrebbe rasserenato i padri e madri sinodali, un po’
sconvolti dal risultato del voto dell’ultimo paragrafo. Spero di sì, convinto che
le difficoltà con cui ci imbattiamo nel cammino cristiano, sia quelle che
possono sorgere dalla stessa lettura e preghiera a partire della Sacra
Scrittura, sia quelle che possono provenire dalla vita stessa della Chiesa, con
una catechesi fatta in modo giusto possa dare sempre una risposta alle angosce
e alle difficoltà degli uomini, per poter fare un bel cammino con Colui che per
noi cristiani è anche la verità e la vita.
+P. Manuel Nin
Esarca Apostolico
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