venerdì 1 novembre 2024

 

Madonna Odigitria


Qualche riflessione post sinodale.

Prima riflessione.

          Nel tardo pomeriggio di sabato 26 ottobre, finita l’ultima sessione della XVI Assemblea General del Sinodo dei vescovi, mentre i Padri sinodali uscivamo pian piano dall’aula Paolo VI, stanchi dopo una giornata di lettura e votazioni del Documento conclusivo, mi sono imbattuto per caso in una discussione tra alcuni padri sinodali, discussione nata dal loro stupore che quasi pareva scandalo per il fatto che l’ultimo paragrafo del testo poco prima votato -paragrafo piuttosto breve e contenente un affidamento finale alla Madre di Dio- non avesse avuto diciamo così il plauso generale di tutti gli aventi diritto al voto. Visto che quei padri -ed anche qualche madre- sinodali e venerabili, malgrado la stanchezza di una giornata e di un mese molto impegnativi, vedendomi arrivare vollero coinvolgermi nel loro scambio di vedute assai vivace, allora, pur senza rivelare il mio voto pocanzi dato a quel paragrafo conclusivo, mi sono permesso di far notare loro come non soltanto la dicitura del testo in questione, ma soprattutto il contenuto fosse se non altro discutibile e forse anche fuorviante e, secondo me, da rivedere. Il testo finale approvato diceva così: “Alla Vergine Maria, che porta lo splendido titolo di Odigitria, Colei che indica e guida il cammino, affidiamo…”. E ho detto a quei padri e madri sinodali, ripeto scioccati e forse turbati dal voto finale non unanimemente plaudente dato a quel paragrafo da parte di alcuni padri diciamo -mi si consenta l’espressione!- cristologicamente ben fondati, dissi loro che la redazione giusta del testo avrebbe dovuto essere: “Alla Vergine Maria, che porta lo splendido titolo di Odigitria, Colei che indica Colui che è il cammino, e verso di Lui ci guida, affidiamo…”. La mia spiegazione parve rasserenare un po’ quei venerabili padri, e finalmente partimmo verso le nostre residenze romane, loro, spero, più sereni, io ancora un po’ perplesso appunto del paragrafo in questione.

L’icona della Madre di Dio con il titolo di “Odigitria” è quella rappresentazione iconografica in cui la Vergine Maria regge Cristo seduto o poggiato sulle sue braccia, e lo mostra a chi la guarda, ad indicare che lei ci guida a / verso Colui che è il cammino, quasi a recitare il testo evangelico di Gv 14,6. Per noi cristiani, il Signore Gesù è il cammino che dobbiamo seguire per vivere la nostra fede cristiana; noi non seguiamo un cammino vago che ognuno può tracciarsi da sé e secondo le proprie possibilità, abitudini e modo di pensare, ma seguiamo un cammino che per noi è una Persona molto concreta, il Signore nostro Gesù Cristo.

L’icona della Madre di Dio Odigitria, che ha presieduto le sedute del Sinodo dei vescovi lungo tutto il mese di ottobre, ci ha indicato e guidato a Colui con cui camminiamo, Colui che per noi cristiani è il cammino, la verità e la vita. Durante quattro settimane lei ha guardato quell’assemblea e ci ha mostrato Colui che è il cammino, e noi l’abbiamo guardata nella fiducia della sua guida verso il Signore Gesù Cristo. La Chiesa Cattolica, durante un mese radunata in Sinodo dei vescovi, nella persona di tantissimi vescovi padri sinodali, coadiuvati da altre persone, sacerdoti e laici, ha pregato, riflettuto, condiviso tante opinioni e proposte per la vita della Chiesa. Per questo, nell’icona della Madre di Dio Odigitria abbiamo visto anche l’icona della Chiesa stessa, che porta Cristo nel suo grembo, che lo mostra come unico Cammino, e allo stesso tempo lei, la Chiesa, non cammina, riflette, agisce senza la guida di Colui che ne è lo Sposo e Maestro.

L’icona della Madre di Dio Odigitria ci ha ricordato, in una anamnesi quasi celebrativa, che in quell’aula eravamo la Chiesa Cattolica, estesa da Oriente ad Occidente, radunata in un sinodo dei vescovi, facendo un cammino con Colui che ne è il vero ed unico Pastore, Cristo Signore. Sapendosi, la stessa Chiesa anche a modo suo Odigitria, cioè con la sua parola ed il suo esempio, con la sua predicazione e la celebrazione della fede, colei che ci mostra e ci guida a Cristo Signore, vincitore del peccato e della morte.

Arrivando a casa quella sera di sabato, e celebrando il vespro settimanale della risurrezione, pensavo se la mia breve spiegazione avrebbe rasserenato i padri e madri sinodali, un po’ sconvolti dal risultato del voto dell’ultimo paragrafo. Spero di sì, convinto che le difficoltà con cui ci imbattiamo nel cammino cristiano, sia quelle che possono sorgere dalla stessa lettura e preghiera a partire della Sacra Scrittura, sia quelle che possono provenire dalla vita stessa della Chiesa, con una catechesi fatta in modo giusto possa dare sempre una risposta alle angosce e alle difficoltà degli uomini, per poter fare un bel cammino con Colui che per noi cristiani è anche la verità e la vita.

+P. Manuel Nin

Esarca Apostolico


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