giovedì 7 novembre 2024

 

Dormizione della Madre di Dio

G. Dimov. Sofia, XX secolo 

 

Qualche riflessione post sinodale.

Seconda riflessione.

 

La mia prima riflessione post sinodale era sorta attorno all’icona della Madre di Dio Odigitria, che aveva presieduto le sessioni del Sinodo dei vescovi nel 2023 e nel 2024. Ma diverse volte mi sono chiesto quale icona potrebbe diciamo così rappresentare il / un Sinodo dei vescovi? Questa domanda me la sono fatta diverse volte durante le sessioni del Sinodo. Se si trattasse di trovare passi della Sacra Scrittura che possono essere “icone” di un momento sinodale ce ne sono tante: Cristo seduto con i discepoli annunciando loro il Vangelo; Cristo celebrando con i discepoli la moltiplicazione dei pani e dei pesci; Cristo con i tre discepoli sul monte Tabor; Cristo con i Dodici il grande Giovedì quando diede loro, celebrò con e per loro, il suo Corpo ed il suo Sangue; Cristo, ancora con i discepoli scelti, nel Getsemani; Cristo risorto, sempre con i discepoli, sulle rive del lago di Galilea. Queste sarebbero “icone evangeliche” possiamo dire a rafforzare, poggiare, dare contenuto evangelico al cammino sinodale della Chiesa Cattolica. Icone evangeliche sempre con Cristo.

Ma, quale un’icona che mostri veramente quello che sia il Sinodo dei vescovi, come celebrazione ecclesiale e che ne faccia vedere quasi un’incarnazione? Certamente icone ed affreschi che rappresentano i grandi concili ecumenici –soprattutto i due di Nicea del 325 e del 787- ne troviamo diverse. Ma quale icona per “un / il Sinodo dei vescovi”? Oso proporne due: l’icona della Dormizione della Madre di Dio nella festa del 15 agosto, e l’icona della Comunione degli apostoli. E mi soffermo oggi soltanto nella prima.

Di questa icona ne sottolineo qualche tratto cristologico ed ecclesiologico: al centro dell’icona vediamo il corpo della Madre di Dio, sdraiato sul letto funebre, quasi fosse un altare con i Doni eucaristici deposti al disopra. In alto dell’icona, Cristo che riceve nelle sue mani l’anima di Maria, potremo dire riceve la sua offerta, e attorno a Cristo i Dodici apostoli, radunati da tutto il mondo. Due aspetti fondamentali: Cristo nel centro a presiedere, a celebrare, e attorno a lui i Dodici radunati miracolosamente da tutte le parti del mondo -come ci fa sapere il testo apocrifo da cui dipende anche l’icona. Gli apostoli son venuti da tutte le parti del mondo per celebrare la Divina Liturgia della piena e totale glorificazione della Madre di Dio in cielo, quasi a concelebrare con Cristo questo Sinodo, questo momento ecclesiale e fondamentale per la vita della Chiesa nascente. Perché la piena glorificazione della Madre di Dio è anche la piena glorificazione della Chiesa sposa e madre. La festa del 15 agosto, la Dormizione di Maria, chiude il ciclo, l’anno liturgico bizantino, chiude o forse possiamo dire porta alla perfezione il cammino fatto con Cristo e accanto ai fedeli, con Cristo e con la Chiesa lungo un anno, lungo un inizio ed una conclusione, fino alla sua perfezione.

Cristo è l'alfa e l'omega. Con Lui e mai senza di Lui tutto inizia, tutto quello che siamo e viviamo inizia e arriva alla sua perfezione in Lui. E questo fatto, quel che siamo, viviamo, con chi lo viviamo, è il nostro essere e vivere come cristiani. Un cammino quindi con Lui, e “accanto” ai fratelli. Il “con” -la preposizione greca “συν”- fa riferimento a Lui, a Cristo Signore, che ci guida, che ci precede, che ci sorregge, che ci salva. Il “accanto” fa riferimento ai fratelli, a coloro che come noi sono stati rivestiti di Cristo nel battesimo. Quindi riprendo un tema che ritengo fondamentale: quel che siamo e facciamo, è con Cristo, guidati da Cristo, preceduti da Lui che cammina davanti a noi. Se questo fatto sarà a tutti chiaro, allora tutta la derivazione “filologica” che abbiamo fatto lungo due anni con e a partire dalla preposizione “συν” avrà un senso.

Cristo che cammina con noi, che ci precede. Questo fatto lo vediamo in modo possiamo dire iconico nella vita della Chiesa, soprattutto quando celebra i Santi Misteri, cioè la presenza sacramentale e massima di Cristo in mezzo a noi. E nella stessa celebrazione dei Santi Misteri, della liturgia della Chiesa, siamo tutti, vescovo, sacerdoti e fedeli, che guardando verso Oriente, guardando verso Colui che è l'Oriente che viene dall'alto, diventiamo icone di un cammino veramente ecclesiale.

Queste premesse -forse lunghe, e chi le leggerà abbia pazienza- per dire in qualche modo, con quale spirito ho partecipato come vescovo della Chiesa Cattolica alla sessione del Sinodo dei vescovi di ottobre 2024. Quando il Papa, o un patriarca orientale, o un capo di una chiesa cristiana convoca il Sinodo dei vescovi, è un momento ecclesiale molto importante. Infatti, nelle Chiese Orientali cristiane, siano esse ortodosse o cattoliche, quando il patriarca o il capo di una di queste Chiese convoca il Sinodo, lo fa per diverse ragioni. Una prima è in vista alla consacrazione del Sacro Myron, l’olio Santo con cui saranno unti i neo battezzati, coloro che sono stati rivestiti di Cristo. L’olio Santo con cui saranno unti anche gli altari, le sacre mense su cui vengono santificati, consacrati il pane e il vino; il sepolcro da cui si annuncia ogni domenica il Vangelo della risurrezione, il Vangelo che ci annuncia che quel Crocifisso è Risorto; l’altare, infine, al cui contatto diretto vengono ordinati vescovi, preti e diaconi nelle diverse tradizioni orientali. Un’altra ragione per la convocazione del Sinodo è quando il patriarca convoca i fratelli i vescovi in vista alle elezioni, alle nomine dei nuovi vescovi. Infatti, essi vengono eletti dal Signore attraverso la preghiera, la comunione e la scelta di coloro che ne fanno le veci nel Corpo di Cristo, cioè di coloro che ne sono i veri vicari, i vescovi. Quindi attraverso il Sinodo, presieduti da colui che ne è il capo e il padre, si eleggono i nuovi membri di questo corpo episcopale, di questo corpo di pastori che guidano le loro Chiese. E questo avviene con e malgrado le loro debolezze, le loro mancanze, i loro peccati, ma sempre sorretti da quella “Grazia Divina” con cui, inginocchiati e toccando l'altare, toccando Cristo stesso, sono stati ordinati vescovi, “επίσκοποι”, cioè, “veglianti” della comunità e della comunione a loro affidata. Infine, per ultimo ma non meno importante, il Sinodo dei vescovi, nelle Chiese Orientali, è convocato dal capo della Chiesa anche per discutere fraternamente e prendere delle decisioni che toccano la vita di ognuna delle Chiese orientali cristiane.

Dopo tutte queste premesse -queste note marginali?- forse lunghe, qualcuno potrebbe dire: …e allora?

A partire dall’icona proposta sopra, vorrei dire che sono tornato a Roma ad ottobre e mi sono messo, umilmente e quasi di nascosto, come uno dei vescovi concelebranti nell’icona della Dormizione, nell’icona della Chiesa gloriosa, uno dei due vescovi che hanno in mano un libro aperto mostrandolo a coloro che l’icona la guardano. In questo libro mi sono permesso di scrivere qualche nota e l’ho condivisa, con i fratelli vescovi. Note per non dimenticare:

In primo luogo, il Sinodo dei vescovi. Quando mi dicono: “Beati voi gli orientali che avete avuto sempre la sinodalità”, io rispondo: “Eh no! Noi abbiamo il Sinodo dei vescovi e la collegialità episcopale, che forse non è lo stesso della “sinodalità” che ci troviamo ad avere tra le mani a gestire o provare di gestire in questo nostro momento ecclesiale.

In secondo luogo, la Chiesa Cattolica. Ci sono parole che riscaldano e rinfrancano il cuore, e penso che nel nostro percorso come Sinodo dei vescovi ci avrebbe fatto bene, spiritualmente ed ecclesiologicamente, sentire ad alta voce che siamo Chiesa Cattolica, estesa da Oriente ad Occidente.

Infine, Cristo, cioè Colui con Chi camminiamo. Nel lontano 1999 l’indimenticabile arcivescovo di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi, scrisse quel libretto intitolato “Identikit del Festeggiato” in cui il grande vescovo-teologo ricollocava nel centro della riflessione della Chiesa Cristo, Colui che era e doveva essere appunto il Festeggiato nel grande Giubileo del 2000. Quindi il Sinodo come cammino che la Chiesa Cattolica fa con Cristo, un cammino guidato dai vescovi, e sempre all’ascolto di tutti. In Oriente il Sinodo è oppure ha sempre una dimensione ecclesiologica, ma soprattutto cristologica. Il Sinodo, il cammino che è sempre con la preposizione greca “συν”, cioè “con” Cristo. Mi chiedevo se ci fosse bisogno di un nuovo “Identikit del Festeggiato?”, ma credo basterebbe un semplice “Manuale per il buon uso filologico, e soprattutto, cristologico ed ecclesiologico della preposizione greca “συν”, che ha conformato il nostro vocabolario durante le settimane del mese di ottobre.

 +P. Manuel Nin

Esarca Apostolico


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