Note personali
all’Exapsalmos del mattutino bizantino.
I cristiani,
di Oriente e di Occidente, preghiamo con i salmi. Molti o pochi che essi siano
nelle diverse ufficiature delle Chiese cristiane, costituiscono una parte
fondamentale delle ore di preghiera cristiana, una parte veramente importante. Gesù
appeso alla croce prega i salmi; i testi del Nuovo Testamento sono pieni di citazioni
dei salmi interpretati già dai primi cristiani diciamo in chiave cristologica. E
seguendo questo esempio neotestamentario, i cristiani continueranno a pregare i
salmi e pregare con i salmi fino ai nostri giorni.
Dal quarto secolo in poi
sarà il monachesimo che farà di questa raccolta di centocinquanta preghiere il
suo libro di preghiera, lo strumento e la base della preghiera di quegli uomini
e donne che si ritirano nella solitudine, nel deserto per pregare. Abbiamo delle
testimonianze, in testi monastici dal quarto secolo in poi di questo uso abbondantissimo
dei salmi da parte dei monaci, uso diario, settimanale, a seconda di ogni
monastero o gruppo monastico si tratti. San Benedetto poi tra il quinto e sesto
secolo, nella sua Regola per i monaci, distribuisce i salmi in modo preciso lungo
le ore di preghiera dei suoi monaci, in una distribuzione che lui stesso
insiste che deve essere settimanale, una distribuzione però che può essere
rimessa sempre in discussione, a condizione che la preghiera del salterio
settimanale venga sempre osservata. San Benedetto ritorna lungo la sua Regola
sul ruolo centrale dei salmi e addirittura prevede che in quei monasteri dove,
per debolezza o malattia si debba abbreviare l’ufficiatura, siano le letture o i
responsori ma non siano mai i salmi a dover essere ridotti o magari soppressi
(Regola XI).
Dopo il Concilio
Vaticano II e l’arrivo delle lingue moderne nella liturgia, soprattutto per quanto
riguarda la tradizione latina, ma anche per le diverse tradizioni orientali,
cattoliche o ortodosse che esse siano, il ruolo del salterio è stato riproposto,
e soprattutto il salterio come preghiera e come strumento per la preghiera. L’uso
delle lingue moderne nelle liturgie però ha sollevato anche dei “problemi” in
quanto i testi sacri ormai vengono capiti sì dai fedeli, ma non sempre sono compresi
da tutti. Tradurre i testi liturgici, dare in mano ai fedeli questi testi
antichi e venerabili, suppone da parte dei pastori delle Chiese cristiane l’assumersi
l’onere -e l’onore se volete anche- di fare per i fedeli una catechesi, una
mistagogia, un portare per mano alla comprensione di questi testi -e penso
soltanto adesso al salterio ma si potrebbe parlare anche di altri testi liturgici-,
non sempre facili, belli e poetici sicuramente, ma insisto non sempre facili.
I salmi sono dei testi
che Cristo stesso pregò, e che la grande tradizione cristiana ha letto e ha pregato
sempre in chiave cristologica. Per questo, ripeto, i pastori delle Chiese
cristiane, come fecero già i grandi Padri della Chiesa da Origene ad Ambrogio e
ad Agostino, abbiamo, mi si permetta l’espressione, l’obbligo di fare per i
nostri fedeli una catechesi sui salmi, una vera e propria mistagogia, ripeto,
che permetta i fedeli, ci permetta tutti di continuare a pregare con questi
testi e pregare questi testi. Coscienti, sia chiaro, che il giorno in cui noi,
pastori delle Chiese cristiane, rinunciassimo a fare questa mistagogia, questo non
sia mai, allora dovremo procedere certamente a manovrare, manipolare,
accorciare, mutilare testi millenari che i Padri ci hanno insegnato a pregare e
a vivere nella nostra vita come cristiani, come monaci, di Oriente e di
Occidente che siamo.
E dall’inizio di questa
breve presentazione pongo la domanda: I salmi per noi cristiani sono delle
preghiere, oppure sono fonte della e per la preghiera? Sono dei testi biblici
che letti, ruminati e fatti nostri fanno sgorgare in noi la preghiera? Oppure sono
essi stessi preghiere, che noi cristiani, come fece Cristo stesso, facciamo nostre
affinché diventino la nostra preghiera. Ambedue questi approcci al salterio
sono validi e vengono adoperati da noi cristiani. Perché per noi cristiani il
salterio è preghiera di Cristo, preghiera a Cristo e preghiera con Cristo.
Queste
brevi note all’Exapsalmos del mattutino bizantino -che sono i sei salmi
iniziali dell’ufficiatura mattutina: salmi 3, 37, 62, 87, 102 e 142- sono nate
dal desiderio di offrire ai sacerdoti e ai fedeli di tradizione bizantina, in
Grecia e ovunque, che ogni giorno pregano con questi sei salmi nell’ora del
mattutino, non dico una guida, ma delle note, delle brevi riflessioni che possano
loro aiutare a pregare i salmi, e a pregare con i salmi. Queste brevi note sono
nate anche nei lunghi, lunghissimi mesi della pandemia covit-19, tra 2020 e 2021,
per aiutare tutti i fedeli nella loro preghiera, soprattutto quando le chiese sono
state chiuse, per aiutare i fedeli a pregare in casa, con la famiglia o da
soli, questi testi di preghiera che la Chiesa ci mette nelle nostre mani. Brevi
note che hanno avuto la loro origine anche nel desiderio di aiutare i fedeli a
sentire il loro vescovo vicino a loro, nella sofferenza, nella solitudine, nel
confinamento. Nate inoltre queste note dal desiderio di condividere con tante
persone amiche quello che vive il cuore di un vescovo in una piccola diocesi
nel Mediterraneo orientale.
Sono delle
note scritte in un ordine cronologico che non sempre ha seguito l’ordine
liturgico dei sei salmi, cioè non ho proceduto sistematicamente dal primo al
sesto, ma l’ordine è stato dettato dal come i sei salmi venivano da me letti e
pregati in questi lunghi mesi pandemici.
+P. Manuel Nin
Esarca Apostolico