sabato 23 aprile 2016

Ordinazione episcopale a San Paolo fuori le mura, 15 aprile 2016
Saluto finale e ringraziamento.
Cristo,j avne,sth!
Eminenze, cari fratelli nell’episcopato, padri abati, monaci, sacerdoti, diaconi, seminaristi, fratelli e sorelle. Alla fine di questa bellissima celebrazione dei Santi Misteri, in cui per l’imposizione delle mani del fratello vescovo Demetrio e degli altri arcivescovi e vescovi concelebranti, e per l’invocazione della “Grazia Divina che guarisce le nostre debolezze…”, sono stato ordinato vescovo nella successione apostolica, in questa basilica romana e toccando questo santo altare che si trova sopra il sepolcro del beato Paolo, l’apostolo delle genti, che annunciò il Cristo risorto, Vivente e Vivificante, e lo annunciò da Oriente ad Occidente, da Damasco a Gerusalemme, ad Atene e a Roma, arrivando fino all’allora lontana la nostra Tarraco. Alla fine di questa celebrazione quindi voglio ringraziare il nostro unico e vero Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che nel suo grande amore per gli uomini ci ha salvati e continua ad amarci e salvarci.
Uno dei Padri della Chiesa a me più cari: Sant’Efrem di Nisibi in uno dei suoi inni, parlando al suo vescovo, gli dice: Nella tua persona il Maestro si fa presente: tu innalzi i suoi tratti! Vorrei che questo fosse il programma del mio servizio episcopale nell’Esarcato Apostolico per i cattolici di tradizione bizantina in Grecia: innalzare (mettere in alto, in primo piano, far presenti…) i tratti del Signore, del Maestro in me stesso, e questo per mezzo della sua Parola, dei sacramenti e della carità. Far presente alla mia Chiesa e nella mia Chiesa che è in Grecia quei tratti che sono quelli del mio Maestro, del mio Signore Cristo. Il suo Vangelo, la sua Parola di amore, di perdono, di salvezza, di vita nuova. Una Parola delle volte affilata come una spada a doppio taglio. Una Parola delle volte consolante come un padre che esce all’incontro del figlio prodigo che ritorna a casa. Una Parola che tante volte mette a nudo quello che c’è nei nostri cuori. Una Parola che non si stanca mai di perdonare fino a settanta volte sette. Una Parola che sempre è la Parola della Croce, della Croce di Cristo. Per questo, l’avete visto, ho voluto mettere il lemma dello stemma episcopale in questa Parola: “il Verbo si è fatto carne… ov Lo,goj sa,rx evge,neto”. Il Verbo, la Parola che si è incarnata. Una Parola vissuta nell’ascolto del Vangelo, nella vita di grazia attraverso i sacramenti della Chiesa, attraverso i fratelli, pure loro sacramenti del Signore incarnato e vivente. E per questo che chiedo al Signore che mi dia di essere e fare il vescovo nel confermare la fede dei fratelli. Nel condividere le gioie e le speranze degli uomini, le tristezze e le sofferenze degli uomini. Nel presiedere nella carità; un presiedere nel senso monastico: quel prodesse magis quam praeesse della RB che è di più un servizio che un onore. Nell’essere esempio di carità. Nel vivere la carità. Buon pastore e medico. Nella consapevolezza dei propri peccati che ti fa disponibile verso la misericordia. Servizio del vescovo come “liturgo”, come colui che invoca lo Spirito Santo, che fa l’epiclesi sui santi doni, sulla Chiesa. “…innalzare, dipingere, in me stesso e negli altri i tratti del Maestro”.
In questo momento, sotto lo sguardo unico del Signore nella maestà di questo bellissimo mosaico, sento la fiducia in Lui, il Signore, che guida la nostra vita, ogni giorno, ogni istante. In tutto quello a cui Lui ci chiama. Ed è in profondo atteggiamento di fede che ho accettato questo nuovo incarico, episcopale, che mi è stato affidato, in cui oggi sono stato consacrato.
Ringrazio sua Santità papa Francesco, per la sua fiducia verso la mia persona. La mia risposta è stata libera, ma fatta in spirito di ubbidienza alla volontà del Signore che si manifesta attraverso le decisioni di coloro che da Lui stesso sono stati messi a guida della Chiesa. Ringrazio sua eminenza il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, sua eccellenza Cyril Vasil’ arcivescovo segretario e p. Lorenzo Lorusso OP, sottosegretario. Saluto gli altri ufficiali e impiegati della Congregazione
Un saluto fraterno e cordiale ai vescovi orientali e latini che avete voluto concelebrare questi Santi Misteri. Saluto le loro eminenze i cardinali Michael Harvey, arciprete di questa basilica, e Lluis Martinez Sistach, arcivescovo emerito di Barcelona che il 18 aprile di diciotto anni fa mi ordinò sacerdote a Montserrat.
Guardando la Grecia, saluto il fratello vescovo Demetrio Salachas, mio predecessore all’Esarcato Apostolico, mio ordinante e, posso dirlo, mio bastone e vincastro nei miei primi pasi nel servizio episcopale all’Esarcato. Saluto i miei fratelli vescovi delle diverse diocesi della Grecia, in modo speciale mio fratello Sebastiano Rosolatos, arcivescovo dei cattolici di Atene, e pure lui uno dei tre vescovi ordinanti. Χαιρετίζω τòν Πατέρα Άθανάσιο καì όλους όσοι ηλθαν εκπροσωπωντας την Αποστολικη Εξαρχια, απο την Ελλαδα. Σημερα, απο εδω, τη Ρωμη, η ευλογια μου και η προσευχη μου στους ιερεις της Εξαρχιας, στις μοναχες, στους ασθενεις, στους ηλικιωμενους, στους νεους, σε ολους τους πιστους: ελληνες, ουκρανους, χαλδαιους. Σε σας ολους που αναγγελλετε την πιστη σας στον Ανασταντα Χριστο μεσα στον υπεροχο καθεδρικο ναο της Αγιας Τριαδος.
Saluto il fratello vescovo Donato di Lungro, ordinante pure lui e tutti gli altri vescovi venuti da tante parti dell’Europa.
Guardando ad Occidente ringrazio i diversi vescovi latini venuti alla celebrazione. In modo speciale Jaume Pujol, arcivescovo metropolita di Tarragona e primate, amico e testimone delle mie terre native e testimonianza paolina privilegiata. Saluto mons. Joan Enric Vives, arcivescovo de la Sèu d’Urgell. Mons. Piero Marini, Francesco Brugnaro. E gli altri vescovi di tradizione latina.
Saluto e ringrazio i rappresentanti dei diversi organismi della Santa Sede e della curia romana con cui ho collaborato in questi anni romani. Mons. Guido Marini e l’ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice. L’OR col suo direttore prof. Giovanni Maria Vian, che mi ha aperto sempre le pagine del quotidiano della Santa Sede per far conoscere le ricchezze teologiche-liturgiche-spirituali dell’Oriente cristiano.
Saluto gli abati e i monaci benedettini. L’abate Primate Notker Wolf, Procuratore Apostolico del Pontificio Collegio Greco. L’abate Bruno Marin, Presidente della Congregazione di Subiaco Montecassino. Un ringraziamento speciale al p. Abate Roberto di San Paolo e alla sua comunità per la sua accoglienza veramente benedettina in questa basilica e in questa abazia. Saluto il P. Lamberto Vos priore del monastero di Chevetogne, grazie per la tua presenza in questa celebrazione, ed anche in Collegio Greco in questi anni. Saluto gli altri abati benedettini e monaci delle diverse comunità italiane e europee che avete fatto lo sforzo di affrontare un viaggio per pregare insieme questa mattina romana. Saluto il p. priore del monastero di Grottaferrata.
Salutando i confratelli benedettini il mio pensiero ed il mio cuore va a Montserrat. La presenza del P. Abate Josep M, e dei pp: Ignasi M, Ramon, Josep Enric, Jordi Agusti, Gabriel, Bernat e Anton, mi spinge a un grande grazie per la vostra paternità ed amicizia fraterna mostratemi in questi anni, ormai quaranta di vita monastica, paternità ed amicizia salde nei momenti di gioia e di sofferenza, di peccato e di grazia. Sento e vedo lo sguardo sorridente, la protezione e l’intercessione della Santissima Madre di Dio e sempre vergine Maria, la Moreneta; questo sguardo sono sicuro che continuerà a guardarmi e a proteggermi fino ad Atene. È a Montserrat, già nei primi anni, dove ho conosciuto ed amato l’Oriente cristiano, nello studio delle lingue antiche, nella lettura dei Padri. Montserrat è una delle colonne su cui ha poggiato e poggia la mia vita, per questo ho voluto dire queste parole in italiano affinché fossero da tutti capite. Anche il dono del pastorale fatto dal p. Abate Josep M., e dei confratelli ha questa simbologia
L’altra colonna della mia vita è Roma. La terza, ne sono sicuro, sarà la Grecia! E a Roma in modo speciale il PCG, dove ho abitato per ben 20 anni. Non è facile dire arrivederci al PCG. Ringrazio il Signore per questa realtà romana, tra le più antiche e venerabili dell’urbe. Ringrazio p. Giovanni. D. Natale, i seminaristi. Le suore di don Daste, mons. Michel Berger i gli impiegati della casa. Nel ricordo del servizio prestato anche dalle Piccole Operaie dei Sacri Cuori. Ricordo p. Lanne, e in modo speciale p. Olivier Raquez, da cui ho imparato quel suo “savoir faire” sano, sereno e responsabile nella conduzione della vita del Collegio. Saluto anche la comunità di Sant’Atanasio, nel ricordo di mons. Eleuterio Fortino.
Grazie al numeroso gruppo di sacerdoti orientali e latini venuti da tanti luoghi dell’Europa: Grecia, Lungro, Piana degli Albanesi, Ungheria, Ucraina, Romania, Terra Santa ed il Prossimo Oriente, Bulgaria, Spagna, Serbia. Un grande grazie!
Saluto i Rettori dei Collegi Orientali e latini di Roma, con i numerosi loro studenti.
Ringrazio i rappresentanti delle università pontificie romane con cui ho collaborato -e mi auguro di poter continuare a collaborare in qualche modo: Sant’Anselmo, ateneo e collegio benedettino, prima residenza romana, dove poi ho iniziato la mia vita come professore. La Pontificia Università della Santa Croce ed il Pontificio Istituto Orientale. Ringrazio i tantissimi professori e studenti oggi qui presenti in questa celebrazione.
Saludo al excelentisimo sr. Eduardo Gutierrez Saenz de Buruaga, embajador de España ante la Santa Sede. Gracias por el interés con el que siempre ha seguido la vida del PCG. Un saluto anche agli altri ambasciatori -della Bulgaria e dell’Ordine di Malta presso la Santa Sede- e gli altri membri del corpo diplomatico che siete presenti in questa celebrazione.
Una salutaciò especial per al molt horonable Sr. Oriol Junqueras, vicepresident del Govern i conseller d’Economia i Hisenda de la Generalitat de Catalunya, amb la delegaciò que l’acompanya.
Gracias a los sacerdotes y amigos venidos desde diversas partes de la peninsula: Madrid, Salamanca, Zamora, Andalucia.

Grazie agli amici romani e non, che in questi anni mi avete fatto il grande dono dell’amicizia e dell’accoglienza fraterna nella vostra casa.

Un gràcies molt gran a la meva família i a tots els amics vinguts del Vendrell i de diversos llocs de Catalunya: diversos preveres de les diòcesis catalanes. En aquest moment molt important en la meva vida, la vostra presència “en ple” a Roma és per a mi un gran motiu de joia i d’acciò de gràcies. I veient-vos a vosaltres, veig tots aquells que també hi sòn presents des del cel, la mirada, la rialla dels quals la podem palpar entre nosaltres.



1 commento:

  1. Voglio parlare al mondo di un grande uomo chiamato il dottor Agbazara del TEMPIO di AGBAZARA per aver portato gioia nel mio matrimonio dopo 2 anni di divorzio da mio marito e dai miei 4 figli, ho fatto tutto il possibile per riportarli nella mia vita perché li amo così tanto tanto che un amico mi ha presentato un incantatore il mese scorso che ha fatto ogni cosa spiritualmente e li ha riportati indietro entro 48 ore, ora siamo insieme e felici anche più di prima. Puoi contattare questo grande incantatore per risolvere i tuoi problemi di relazione tramite e-mail come ho fatto io su: ( agbazara@gmail.com) O Whatsapp ( +234 810 410 2662 )





























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