venerdì 11 dicembre 2015



(Manifestazione dell'angelo nel sogno a Giuseppe. Evangeliario siriaco, XIII secolo.)
I vigilanti oggi sono nella gioia,
poiché è venuto il Vigilante a svegliarci.
Chi dormirà in questa notte
nella quale veglia l’intera creazione?
 (Efrem il Siro. Inno I sulla Natività)

Vi auguro a tutti un Santo Natale.

Arch. P. Manuel Nin osb, Rettore
Pontificio Collegio Greco
Roma, Natale 2015





       La Parola di Dio in questi giorni ci prepara come una pedagoga alla manifestazione del mistero della nostra fede: l’Incarnazione del Verbo eterno di Dio. E come avviene questa pedagogia? Lasciamo riecheggiare nel nostro cuore tre pericope che scandiscono la liturgia di questi giorni. Nella Domenica degli Antenati, ascoltiamo la genealogia di Matteo, quella lunga lista di nomi, forse conosciuti ed importanti in se stessi? Sicuramente importanti per Colui a cui essi guardavano, per Colui verso cui andavano e ci portavano: Gesù Cristo. Nel vespro del giorno di Natale ascoltiamo la pericope di Luca, l’annuncio della nascita nella povertà, nella piccolezza, del Verbo di Dio, quella povertà della grotta, del bimbo neonato, fragile, messo in una mangiatoia. E l’annuncio ai pastori, a gente anch’essa povera, magari neanche proprietaria del proprio gregge, ma gente che sa ascoltare, che è capace ancora di meraviglia, che sa accogliere, che sa correre… verso dove? Verso che cosa? Verso chi? Verso un bambino neonato, povero fragile. Infine la terza pericope: quella di Matteo ascoltata nella Divina Liturgia del giorno 25: i magi, gente lontana, ma che pure sa accorgersi ed accogliere un segno, e sa cercare… cercare che cosa? Cercare chi? Seguire nella fiducia un segno che gli porterà non ad una grande teofania, non ad un grande prodigio, ma ad un bambino neonato. O se volete sì ad una grande teofania, sì ad un grande prodigio: il nostro Dio che si manifesta nella povertà di una stalla, nella piccolezza di un neonato. Gli antenati, i pastori, i magi… sono i testimoni di questo grande prodigio. Sono per noi modelli di speranza, di fiducia, di un cuore capace di sperare, di ascoltare, di adorare.

        P. Manuel Nin


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