martedì 15 giugno 2021

 


Oggi è rinnovata la natura di Adamo

Alcune note sull’Ascensione nella tradizione bizantina.

          La tradizione liturgica bizantina, come le altre tradizioni liturgiche orientali, attraverso i testi da esse adoperati, cioè tropari, inni, omelie, presenta e propone a coloro che li pregano una vera e propria professione di fede. Testi che intrecciano in una teologia poetica o poesia teologica come la si voglia chiamare, molti aspetti fondamentali della nostra fede cristiana. Propongo la lettura di quattro dei tropari doxastikà (cioè che nella liturgia precedono un “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…”), presi dai giorni dell’ottava dell’Ascensione del Signore, celebrata il giovedì quarantesimo giorno dopo la Pasqua. Questa festa, come tutte le altre grandi feste nelle tradizioni orientali, ha una ottava, cioè otto giorni che la celebrano e ne sottolineano la pienezza. L’Ascensione, assieme agli otto giorni che la seguono, è una delle feste che ha una ricchezza di testi liturgici unica, in cui si sgranano, si contemplano e si celebrano degli aspetti centrali della nostra fede: la vera incarnazione del Verbo di Dio dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria, la discesa/caduta di Adamo nell’ade e quindi la sua liberazione e la sua redenzione adoperata da Cristo nella propria discesa agli inferi, l’Ascensione di Cristo risorto con la sua e nostra umanità redenta, rinnovata, ricreata da lui nella sua morte e la sua risurrezione. Comunque aggiungo che questa ricchezza teologica dei testi liturgici, la troviamo anche in Occidente: penso ad alcuni inni della liturgia latina o a delle omelie di sant’Agostino che commentano sia i testi biblici sia la teologia della festa.

          Presento la traduzione italiana di quattro tropari, ne propongo la lettura e aggiungo qualche commento quasi in margine.

Quando giungesti, o Cristo, sul Monte degli Ulivi, per portare a compimento il beneplacito del Padre, sbigottirono gli angeli del cielo e rabbrividirono gli esseri delle regioni sotterranee. I discepoli invece, con gioia e tremore, ti stavano accanto mentre parlavi loro. Come trono era pronta una nube là di fronte ad attenderti; il cielo, spalancando le porte, appariva nella sua bellezza; la terra scopriva le sue stanze recondite, perché si sapesse che Adamo laggiù era disceso, e di nuovo di là è risalito. Ma ecco che i tuoi piedi furono sollevati come da una mano, mentre si udiva la tua bocca ampiamente benedire; poi una nube ti prese su di sé, e il cielo dentro di sé ti accolse. Grande e prodigiosa, o Signore, è quest’opera da te compiuta a salvezza delle anime nostre.

 Rinnovando, o Dio, la natura di Adamo, discesa nelle parti inferiori della terra, oggi l’hai fatta ascendere con te al di sopra di ogni principato e potestà. Avendola amata, infatti, con te l’hai fatta consedere; poiché ne hai avuto compassione, a te l’hai unita; avendola unita a te, con essa hai patito: ma avendo patito pur essendo tu impassibile, l’hai glorificata con te. Gli incorporei dicevano dunque: Chi è costui, quest’uomo bello? Non solo uomo però, ma Dio e uomo: di entrambi è ciò che si manifesta. Perciò messaggeri singolari, avvolti in tuniche, volarono ai discepoli, dicendo: Uomini galilei, colui che di tra voi se n’è andato, questo Gesù, uomo e Dio, di nuovo come Uomo-Dio verrà, Giudice dei vivi e dei morti: ma darà ai credenti il perdono dei peccati e la grande misericordia.

 Quando sei asceso nella gloria, o Cristo Dio, sotto gli occhi dei tuoi discepoli, le nubi ti sollevarono con la tua carne; furono alzate le porte dei cieli, il coro degli angeli, esultante, si rallegrava, e le potenze superiori gridavano: Alzate, príncipi, le vostre porte, ed entrerà il Re della gloria. E i discepoli sbigottiti dicevano: Non separarti da noi, o buon pastore, ma mandaci il tuo Spirito santissimo per guidare e confermare le anime nostre.

 Tu che, senza separarti dal seno paterno, o dolcissimo Gesù, hai vissuto sulla terra come uomo, oggi dal Monte degli Ulivi sei asceso nella gloria: e risollevando, compassionevole, la nostra natura caduta, l’hai fatta sedere con te accanto al Padre. Per questo le celesti schiere degli incorporei, sbigottite per il prodigio, estatiche stupivano e, prese da tremo­re, magnificavano il tuo amore per gli uomini. Con loro anche noi quaggiù sulla terra, glorificando la tua discesa fra noi e la tua dipartita da noi con l’ascensione, supplici diciamo: O tu che con la tua ascensione hai colmato di gioia infinita i discepoli e la Madre-di-Dio che ti ha partorito, per le loro preghiere concedi anche a noi la gioia dei tuoi eletti, nella tua grande mi­sericordia.

           Si tratta di tropari che, come capita spesso nei testi liturgici orientali, sono frutto di una lectio della Sacra Scrittura, facendone una esegesi in chiave trinitaria, cristologica e come conseguenza anche liturgica. Quindi dei testi che implicitamente o esplicitamente citano dei testi biblici, o ne sgorgano da una loro lectio divina. Sono evidenti in questi tropari, in primo luogo i riferimenti ai testi neotestamentari in cui si parla dell’Ascensione del Signore: Mt 28, 16-19, Lc 24, 50-53 e Atti 1, 9-11.

          Da sottolineare la citazione ripetuta dei salmi 46,6: È asceso Dio tra le acclamazioni…, e soprattutto il salmo 23, in citazione letterale oppure come riferimento al testo biblico applicato alla festa: Alzate principi i vostri portali, ed entrerà…, Alzate le porte e secondo il suo beneplacito entrerà donde è uscito, il Dio che su tutti regna, dopo aver prodigiosamente operato la salvezza del mondo. Di questo salmo i tropari della festa dell’Ascensione ne fanno una bella lettura cristologica.

          La natura ricreata, redenta, rinnovata dell’uomo in Cristo morto e risorto è un aspetto che viene sottolineato anche nei nostri testi. Inoltre, quasi contrapponendoli, troviamo sia la discesa/caduta di Adamo agli inferi di fronte all’ascensione di Cristo risorto ai cieli: …perché si sapesse che Adamo laggiù era disceso, e di nuovo di là è risalito. E nel secondo tropario presentato troviamo quasi un riassunto dell’opera redentrice di Cristo: Rinnovando, o Dio, la natura di Adamo, discesa nelle parti inferiori della terra, oggi l’hai fatta ascendere con te al di sopra di ogni principato e potestà. Avendola amata, infatti, con te l’hai fatta consedere; poiché ne hai avuto compassione, a te l’hai unita; avendola unita a te, con essa hai patito: ma avendo patito pur essendo tu impassibile, l’hai glorificata con te.

           Gli angeli sono nella meraviglia di fronte a Colui che sale nei cieli al di sopra di loro. Questo tema lo troviamo presente anche nelle omelie di sant’Agostino sull’Ascensione: lo stupore, quasi la paura degli angeli vedendo “un uomo” al di sopra di loro in cielo. Sottolineo la frase: Gli incorporei dicevano dunque: Chi è costui, quest’uomo bello?... Non più il servo sofferente ma il servo glorificato. Un testo che riecheggia sicuramente il salmo 44,7: Sei il più bello tra i figli dell’uomo…. Lo stupore e quindi la voce degli angeli diventa inoltre una vera e propria professione di fede: Uomini galilei, colui che di tra voi se n’è andato, questo Gesù, uomo e Dio, di nuovo come Uomo-Dio verrà, Giudice dei vivi e dei morti: ma darà ai credenti il perdono dei peccati e la grande misericordia.

           Nelle chiese di tradizione bizantina, normalmente l’icona dell’Ascensione del Signore si trova, possiamo dire ricopre, l’arco sopra l’altare, quasi a sottolineare che il Signore, asceso in gloria ai cieli con la nostra natura rinnovata, redenta, ricreata, scende di nuovo sull’altare del sacrificio, sulla mensa del convitto, sul sepolcro vivificante da dove continua a darsi ai discepoli nel suo Corpo e nel suo Sangue, presente e vivente accanto alla sua Chiesa, accanto all’umanità da Lui redenta.

           Aggiungo a modo di conclusione un kontakion di Romano il Melodo (+555) che riassume in un’unica strofa tutto il mistero della festa celebrata.

Compiuta l’economia a nostro favore, e congiunte a quelle celesti le realtà terrestri, sei asceso nella gloria, o Cristo Dio nostro, senza tuttavia separarti in alcun modo da quelli che ti amano; ma rimanendo inseparabile da loro, dichiari: Io sono con voi, e nessuno è contro di voi.

 

 


Nessun commento:

Posta un commento