venerdì 11 agosto 2017

La festa della Dormizione della Madre di Dio nella tradizione bizantina
Oggi il cielo apre il suo grembo alla Madre di Dio.
          La festa della Dormizione della Madre di Dio è l’ultima delle grandi feste dell’anno liturgico bizantino. Preparata da due settimane di quella che viene chiamata la Quaresima della Madre di Dio, celebra la morte, la sepoltura e la piena glorificazione in cielo di colei che è la Madre della Vita. Troviamo uno stretto rapporto tra l’icona della festa ed i testi liturgici che in qualche modo la commentano. Vogliamo fare un percorso di lettura dei testi liturgici del vespro della festa, mettendo in evidenza alcuni degli aspetti più salienti della celebrazione. Diversi dei tropari mettono in contrasto la morte e la risurrezione, la tomba (la terra) e la gloria (il cielo): “O straordinario prodigio! La fonte della vita è deposta in un sepolcro, e la tomba diviene scala per il cielo. Rallégrati, Getsemani, santo sacrario della Madre-di-Dio. Acclamiamo, o fedeli, con a capo Gabrie­le: Gioisci, piena di grazia, con te è il Signore…”. I testi mettono in evidenza l’unica gioia del cielo e della terra per la Dormizione della Madre di Dio: “O i tuoi misteri, o pura! Sei divenuta trono dell’Altissimo, o Sovrana, e oggi sei passata dalla terra al cielo. La tua nobile gloria rifulge di gra­zie divinamente splendenti. O vergini, levatevi in alto insie­me alla Madre del Re. Gioisci, piena di grazia, con te è il Signore… Danno gloria alla tua dormizione potestà, troni, principati, dominazioni, potenze, cherubini, e i tremendi serafini. Esultano gli abitanti della terra, fre-giandosi della tua divina gloria. Cadono ai tuoi piedi i re insieme agli arcangeli e agli angeli, e cantano: Gioisci, piena di grazia, con te è il Signore…”. Il corpo della Madre di Dio inoltre è fonte, origine di vita. Essa nei testi della festa è presentata come l’altare da cui sgorga Colui che è la fonte della vita. La stessa icona della festa ha una struttura liturgica molto chiara: in essa il corpo della Madre di Dio è sdraiato sul letto funebre che diventa l’altare per la liturgia celebrata dagli apostoli. In alto nell’abside di questa celebrazione, c’è il Cristo che accoglie l’anima di Maria.
          Uno dei tropari assai lunghi della prima parte del vespro, in un alternarsi degli otto toni musicali della tradizione bizantina messi in parallelo pari dispari: primo e quinto, secondo e sesto, e così via, presenta tutto il mistero della festa odierna: gli apostoli che accorrono da ogni parte del mondo a celebrare il Transito della Mare di Dio: Maria sdraiata sul letto funebre, quasi un altare fonte di vita; gli angeli che scortano il corpo di Maria, come i cherubini che nella Divina Liturgia scortano i doni preparati del pane e del vino per essere deposti sull’altare; l’arrivo della Madre di Dio in cielo al canto del versetto del salmo 23; Maria fonte di vita, Maria interceditrice: “Gli apostoli teòfori, portati su nubi per l’aria da ogni parte del mondo, a un cenno del divino pote­re, giunti presso il tuo corpo immacolato origi­ne di vita, gli tributavano le più calde manifesta­zioni del loro amore. Le supreme potenze dei cieli, presentan­dosi insieme al loro Sovrano, scortano piene di timore il corpo puris­simo che ha accolto Dio; lo precedono in ascesa ul­tramon­dana e, invisibili, gridano alle schie­re che stanno più in alto: Ecco, è giunta la Madre-di-Dio, regina dell’u­ni­verso. Sollevate le porte, e accoglietela con onori degni del regno ultramondano, lei che è la Madre dell’eterna luce. Grazie a lei, infatti, si è attuata la salvezza di tutti i mortali. In lei non abbiamo la forza di fissare lo sguardo, ed è impossibile tribu­tarle degno onore. La sua sovreminenza eccede infatti ogni mente. Tu dunque, o immacolata Madre-di-Dio, che sempre vivi insieme al tuo Re e Figlio datore di vita, incessantemente intercedi perché sia pre­ser­vato e salvato da ogni attacco avverso il tuo popolo nuovo: noi godiamo infatti della tua protezione, e per i secoli, con ogni splendore, ti procla­mia-mo beata”.
          I tropari della seconda parte del vespro riprendono I temi della festa facendone anche quasi una professione di fede: Incarnazione del Verbo di Dio; Maria Madre di Dio, Madre del Creatore; Maria interceditrice.: “La sposa tutta immacolata e Madre del beneplacito del Padre, colei che da Dio è stata prescelta come luogo della sua unione senza confusione, consegna oggi l’ani­ma immacolata a Dio Creatore… celebriamo la santissima Vergine    pura, dalla quale ineffabilmente è venuto, incarnato, il Verbo del Padre… santissima Vergine pura: tu sei stata Madre del Creatore di tutti, il Cristo Dio. Non cessare, ti preghiamo, di implorarlo per noi che, dopo Dio, in te abbiamo riposto le nostre speranze, o Madre-di-Dio degna di ogni canto, ignara di nozze”.
          La dimensione liturgica dell’icona viene messa in evidenza infine da uno degli ultimi tropari del vespro: “Vieni, assemblea degli amici della festa; venite e formiamo un coro, venite e coroniamo di canti la Chiesa nel giorno in cui l’arca di Dio giunge al luogo del suo ripo­so. Oggi infatti il cielo apre il suo grembo per ricevere colei che ha partorito colui che l’universo non può contenere; e la terra, consegnando la fonte della vita, si abbiglia di benedizione e decoro. Gli angeli fanno coro insieme agli apostoli, fissando pieni di timo­re colei che ha partorito l’autore della nostra vita mentre passa da vita a vita. Veneriamola tutti pregan­do: Non dimen­ticarti, Sovrana, della comunanza di stirpe con quanti festeggiano con fede la tua santis­sima dormi­zione”. Il grembo verginale di Maria che partorisce il Verbo incarnato, viene messo in parallelo con il con il cielo che accoglie la Madre di Dio nel suo transito glorioso.



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