La Dormizione della
Madre di Dio
Salvati dalla sua vigile
intercessione.
La festa
della dormizione della Madre di Dio è l’ultima delle grandi feste nel
calendario delle Chiese di tradizione bizantina. Il ciclo liturgico annuale ha
la prima grande festa il giorno 8 settembre con la celebrazione della nascita
della Madre di Dio, e si conclude con la sua dormizione, il suo transito
glorioso in cielo accolta tra le braccia di suo Figlio. I testi della liturgia
di questa festa abbondano nell’esegesi di carattere cristologico ed
ecclesiologico di molti passi dell’Antico Testamento, proponendo soprattutto delle
immagini bibliche applicate a Maria e al suo ruolo nel mistero dell’incarnazione
del Figlio e Verbo di Dio. Una delle immagini che più è presente nella liturgia
odierna è quella dell’arca: “arca tutta d’oro… nuova arca dell’alleanza che è
portata nel santuario…”, presa da Es 25,10. Come l’arca dell’alleanza è portata
nel tempio, anche Maria vi è paragonata nel suo transito, nel suo ingresso
nella gloria di Dio. Il titolo di arca applicato a Maria lo troviamo anche in
un’altra delle grandi feste dell’anno liturgico, quella del 21 novembre, cioè il
suo ingresso nel tempio. Maria, portata al tempio da fanciulla, ed entrando ora
nella gloria del cielo, è presentata come la nuova arca dell’alleanza che porta
nel suo grembo il Verbo di Dio incarnato. In alcuni dei testi liturgici troviamo
delle immagini che mettono in risalto il rapporto tra il cielo e la terra, tra
la divinità e l’umanità nel mistero celebrato in questo giorno: “O straordinario
prodigio! La fonte della vita è deposta in un sepolcro, e la tomba diviene
scala per il cielo. Rallegrati, Getsemani, santo sacrario della Madre di Dio”. Ritroviamo
queste immagini quasi opposte tra la fonte di vita e la sepoltura, tra la tomba
sulla terra e la scala che sale nei cieli, anche nei testi del Sabato Santo quando
si canta la morte e sepoltura di Cristo.
La liturgia
della festa odierna è anche una confessione di fede nella vera incarnazione del
Verbo di Dio e nella sua doppia consustanzialità come vero Dio e vero uomo:
mentre l’ascensione di Cristo ne sottolinea la sua natura divina, la dormizione
e l’assunzione in cielo di sua Madre ne sottolinea la vera natura umana: “Era conveniente
che i testimoni oculari e ministri del Verbo vedessero anche la dormizione
della Madre sua secondo la carne, l’ultimo dei misteri che la riguarda, perché
non risultassero spettatori solo dell’ascensione del Salvatore dalla terra, ma
anche testimoni del transito di colei che lo aveva generato”. I testi
sottolineano il rapporto di maternità di Maria verso suo Figlio, ma anche il
rapporto sponsale: “La sposa tutta immacolata e Madre del beneplacito del
Padre, colei che da Dio è stata prescelta come luogo della sua unione senza confusione,
consegna oggi l’anima immacolata a Dio Creatore”.
L’esegesi cristologica e mariologica specialmente
dei salmi è molto presente nei testi liturgici della festa. Diversi dei tropari riprendono il versetto 6 del salmo
30: “Nelle tue mani affido il mio spirito… Signore, Dio fedele”, applicato al transito di Maria in cielo, ed anche
evidenziato nell’icona della festa dall’immagine dell’anima di Maria accolta
tra le braccia del Figlio: “Colei che su tutti regna, consegna la sua anima
nelle mani del Figlio… Deposta la tua anima tra le mani di coli che, tuo
Creatore e Dio, da te per noi si è incarnato…, nelle mani di colui che da lei,
senza seme, si è incarnato”. La liturgia, adoperando questo versetto salmico, sottolinea
due immagini che ritroviamo in molti dei tropari: Maria nelle mani del Figlio e
nelle mani del Creatore. Oltre al salmo 30, altri salmi vengono applicati
allegoricamente al mistero che oggi si celebra. I salmi 23,7; 44, 15, e
specialmente il salmo 131 in diversi dei suoi versetti, particolarmente nel
versetto 8: “Sorgi, Signore, verso il tuo riposo, tu e l’arca della tua
santità”. Uno dei tropari del vespro mette in parallelo in modo contrastante
Maria che ha partorito il Verbo incarnato, ed il cielo che apre il suo grembo
per accoglierla, quasi per “partorirla” alla vita nuova: “Vieni, assemblea
degli amici della festa, venite e formiamo un coro… nel giorno in cui l’arca di
Dio giunge al luogo del suo riposo. Oggi infatti il cielo apre il suo grembo
per ricevere colei che ha partorito colui che l’universo non può contenere; e
la terra, consegnando la fonte della vita, si abbiglia di benedizione e decoro.
Gli angeli fanno coro insieme agli apostoli, fissando pieni di timore colei che
ha partorito l’autore della nostra vita mentre passa da vita a vita”. Il doppio
coro, degli angeli in cielo e degli apostoli in terra diventa anch’esso un’icona
della confessione della fede della Chiesa nel Verbo di Dio incarnato come vero
Dio e vero uomo. Altri testi ancora riprendono
questo paragone tra il grembo di Maria che accoglie nell’incarnazione il Verbo
di Dio, ed il cielo che la accoglie gloriosa in questo giorno: “Tomba e morte non hanno trattenuto la Madre di Dio,
sempre desta con la sua intercessione e immutabile speranza con la sua protezione:
quale Madre della vita, alla vita l’ha trasferita colui che nel suo grembo
semprevergine aveva preso dimora. Colui che, incarnandosi, o Madre-di-Dio, ha
straordinariamente abitato nel tuo grembo immacolato, lui accogliendo il tuo
sacratissimo spirito, in sé stesso gli dona riposo… Oggi la Madre di Dio ha
reso paradiso la tomba che ha abitata”. Il grembo e le braccia di Maria accolgono
l’incarnazione del Figlio di Dio, il cielo e le braccia del Figlio diventano
trono per la Madre di Dio.
Molti dei
tropari cantano infine Maria come interceditrice. In uno dei testi troviamo
un’immagine molto bella dell’intercessione, della preghiera vegliante di Maria
per la Chiesa: “Per la dormizione dell’unica Madre di Dio esulti il cuore di
tutti i fedeli, salvati dalla sua vigile (insonne) intercessione”. Maria è
colei che, come i monaci nella Chiesa, veglia incessantemente nella preghiera. In
molti altri tropari della festa ritroviamo questa insistenza nella preghiera di
intercessione di Maria presso il Figlio: “Non dimenticarti, Sovrana, di quanti
festeggiano con fede la tua santissima dormizione… Colei che senza sosta
intercede perché a tutta la terra siano donate la pace e la grande
misericordia…”.